ceramiche – Cunardo http://www.141expo.com/cunardo 141expo Fri, 02 Oct 2015 12:21:02 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.8.15 I tesori di Cunardo: ceramica cunardese e Fornaci Ibis http://www.141expo.com/cunardo/2015/02/06/ceramica-cunardese-e-fornaci-ibis/ Fri, 06 Feb 2015 22:43:46 +0000 http://www.141expo.com/cunardo/?p=187 Cunardo vanta antiche tradizioni nella lavorazione della ceramica, pare che l’inizio della sua produzione risalga al tempo dell’Imperatore Tiberio.

Nel 1796 Camillo Adreani rivitalizzò la ceramica di Cunardo, con l’introduzione di colorazioni verdi e blu la cui lucentezza era insuperabile e che ornò una produzione quasi esclusiva costituita da vasi per unguenti e profumi e vasi per speziali, venduti anche Oltralpe. Adreani impiantò il suo laboratorio di ceramica sfruttando le conoscenze dell’arte apprese a Faenza. La materia prima era a portata di mano: l’argilla dei luoghi, la legna dei boschi, l’acqua pura, sono gli ingredienti che hanno consentito di creare una felice storia della ceramica nella provincia di Varese. Così come ricorda Carlo Amoretti nel suo “Viaggio da Milano ai tre laghi” del 1814:

di là non lungi v’è una buon’argilla, che serve alle fabbriche di maiolica di Ghirla, e di Cunardo

ceramica__ibisAlcuni pezzi decorati col blu Cunardo“, (colore di cui solo i maestri cunardesi conoscevano il segreto della produzione) sono ormai autentiche rarità e sono conservati al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza e al Museo Poldi Pezzoli di Milano.

Nel 1896 le fabbriche di ceramica a Cunardo risultavano essere 4; oltre ad esse, vi erano svariate fornaci per laterizi e calcina. Delle molte fabbriche storiche di maioliche del Piambello, oggi ne sopravvive solo una, sorta sui resti di una fornace da calce ottocentesca, attiva fino agli anni ’30.

Nel 1951, la famiglia di Gianni e Giorgio Robustelli fonda la ceramica Ibis. Dagli anni ’60, con l’istituzione dell’Associazione Culturale Cun-Art, la ex fornace da calce diventa luogo di incontro per artisti di livello mondiale, desiderosi di cimentarsi con l’arte ceramica. Tra le illustri firme rimaste alla Fornace si leggono infatti quelle di Fontana e Burri, di Guttuso e Ennio Morlotti, di Baj e di Schumacher. Importante è la presenza alla fornace di Aldo Carpi e il ricordo delle gustose liti tra Guttuso e Alberto Milani. Anche Piero Chiara veniva a dilettarsi alle Fornaci, tanto da aver lasciato una collezione di piatti, dipinti di sua mano e destinati a essere riprodotti sulle copertine di alcuni suoi romanzi. Vittorio Tavernari ha sua volta prodotto per gli amici Robustelli le sue uniche ceramiche. Piaceva lavorare qui anche ai Frattini, padre e figlio, a Spaventa Filippi e Sergio Pasetto, a Gottardo Ortelli e Luciano Ferriani.

Nel 2014 Giorgio Robustelli ha creato l’associazione “Amici delle Fornaci Ibis”, che ha come scopo il rilancio culturale delle Fornaci di Cunardo con iniziative incentrate non necessariamente sull’arte ceramica, ma che spaziano anche in altre forme di espressione.

Indirizzo: via Fornaci, 3 – 21035 Cunardo (Va)

 

 

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Cunardo http://www.141expo.com/cunardo/2015/02/05/cunardo/ Wed, 04 Feb 2015 23:23:43 +0000 http://www.141expo.com/cunardo/?p=279 Parco Formentano durante il Palio dei Rioni

Parco Formentano durante il Palio dei Rioni

Cunardo è posto ai piedi dei Monti di Castelvecchio (così detti dal nome di una fortificazione costruita secondo la tradizione dai Longobardi nel 700 d.C.) e alla confluenza di quattro valli prealpine: Valganna, Valmarchirolo, Valtravaglia e Valcuvia; si eleva a circa 450 metri di altitudine (Municipio).

Nel sottosuolo di Cunardo si ramifica una grotta chiamata “Orrido di Cunardo”, creata dal torrente Margorabbia. Il complesso carsico è una vera rarità nell’Italia settentrionale ed è l’unico esempio in Lombardia di traforo naturale di un corso d’acqua quasi totalmente superficiale.

MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE CULTURALE
Cunardo è famoso per la lavorazione delle ceramiche che vanta tradizioni antichissime, pare infatti che l’inizio della produzione risalga al tempo dell’imperatore Tiberio.
Le ceramiche cunardesi sono note in particolare per il tipico “blu Cunardo”, colore utilizzato per dipingere le più belle ceramiche locali e di cui solo i maestri cunardesi conoscevano il segreto della produzione.
Oggi, oltre alla produzione artigianale “Di Nino”, sono ancora attive a Cunardo le Fornaci Ibis, che dagli anni ’60 è luogo di incontro per artisti di livello mondiale, tra i quali Guttuso, Fontana, Milani, Frattini, Ortelli, Arp, Schumacher, Yamagata, Richter, Nes Lerpa, Parisi, Pozzi, Botta.
Anche Piero Chiara veniva a dilettarsi alla Fornace, quando terminava di scrivere un libro veniva qui a dipingerne la copertina.

Cunardo vanta anche un antichissimo mulino ad acqua, il Molino Rigamonti, di proprietà della famiglia Rigamonti dal 1787. Ancora oggi tutto l’impianto dell’epoca è completamente funzionante e produce crusca, farina integrale, farina da polenta, fine e grossa.

Chiesa Sant'Abbondio

Chiesa Sant’Abbondio

Ma i tesori cunardesi non terminano qui.
A Cunardo vi sono anche due chiese. La chiesa della Beata Vergine del Rosario, amatissima dai cunardesi e destinata alla devozione fin dal 1300. Sulla parete esterna del pronao è dipinto l’affresco della Madonna delle Grazie o delle Rose. L’opera, che raffigura la Vergine con in braccio il Bambino, fu eseguita dal professor Valli di Brebbia nel 1940.
La chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, in stile tardo barocco, fu invece consacrata nel 1779 e nominata parrocchia nel XV secolo. La leggenda vuole che sia stata costruita con il materiale del vecchio castello longobardo eretto nel 700 d.C. sul monte Castelvecchio. All’interno vi sono affreschi di Alessandro Valdani da Chiasso e l’organo costruito nel 1833 dagli organisti Arioli & Franzetti, usato regolarmente durante la liturgia per sostenere il canto della corale parrocchiale.

Piazza IV Novembre

Piazza IV Novembre

Al centro del paese si apre la bellissima piazza IV Novembre, con la “Vittoria alata”, il monumento ai caduti cunardesi delle due guerre. L’opera è stata realizzata negli Stati Uniti dallo scultore locale J. G. Sassi. Il marmo, il bronzo e la modella sono americani e questo è uno dei pochi monumenti in Italia realizzato con marmo statunitense.

Cunardo è attraversata anche da un tratto della Linea Cadorna, il sistema di fortificazioni costruito lungo il confine italo-svizzero durante la Prima Guerra Mondiale, ma mai utilizzato.

Numerose sono inoltre le cappelle votive e gli affreschi sulle facciate delle vecchie case che si possono trovare passeggiando nel paese. In particolare vi sono due affreschi del pittore locale Antonio da Tradate, attivo lungo le sponde del Lago Maggiore e le valli ticinesi tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo. Sono la “Madonna in trono”, nella frazione di Raglio e la “Pietà” in via Vaccarossi.

Sulle facciate delle case più vecchie, si possono trovare anche diversi motti fascisti risalenti agli anni ’20 e ’30.

SPORT
Cunardo è famosa per la pista di sci di fondo “Sole e Neve”. La pista è gestita dallo Sci Club Cunardo, che ogni anno organizza corsi individuali e di gruppo. Numerose sono anche le scuole che sfruttano il centro per proporre ai propri alunni un’attività di avviamento alla pratica dello Sci di fondo.

Pista "Sole e Neve"

Pista “Sole e Neve”

Il percorso parte dalla Baita del fondista, fornita di locale ristoro, spogliatoi, docce, noleggio del materiale tecnico, impianto di illuminazione, impianto di innevamento programmato (il primo realizzato in Italia per l’approntamento di una pista di sci di fondo, nel 1987).

D’estate la pista da sci si trasforma in bellissime piste ciclabili, completamente asfaltate, che collegano Cunardo con i paesi vicini. Le piste si addentrano nei prati e nei boschi e permettono di ammirare i tesori cunardesi (costeggiano anche il Molino Rigamonti e la Fornace Ibis).

FESTE E SAGRE
Numerose sono le manifestazioni organizzate dalle associazioni cunardesi. Le più importanti hanno luogo durante il periodo estivo.
Ogni anno, a giugno, la Pro Loco organizza il Palio dei Rioni, una gara dove per tre settimane i 6 rioni di Cunardo (Borgo, Filanda, Ponte Nativo, Pozzo Castelvecchio, Raglio, Sasso Morone) si sfidano in diversi giochi.

Festival del Folklore

Festival del Folklore

Nel mese di luglio, il gruppo folkloristico I Tencitt organizza, presso la Baita del fondista, il Festival Internazionale del folklore, che trasforma Cunardo “nell’ombelico del mondo”. Due settimane di danze, canti, musiche e colori da ogni parte dell’Italia e del mondo.

Ad agosto arriva invece uno degli appuntamenti più attesi dell’estate cunardese, la Sagra della patata, con un menù ricco di specialità. Il ricavato è donato ogni anno alla Scuola Materna di Cunardo.

Sempre ad agosto, i cunardesi celebrano il loro Santo Patrono, Sant’Abbondio.

Il gruppo folkloristico I Tencitt a settembre organizza inoltre la Sagra del fungo, un appuntamento fisso per tantissimi appassionati, con un ricchissimo stand gastronomico.

La festa più sentita dai cunardesi è però la Festa della Madonna del Rosario, considerata la vera “Festa del paese”, che ha luogo la prima domenica di ottobre. Ogni anno, dopo le celebrazioni religiose e la processione per le vie del paese con la statua della Madonna del Rosario, si tiene l’incanto dei canestri, dove i doni (solitamente prodotti gastronomici) che i cunardesi offrono alla Madonna vengono “venduti all’asta”. Il ricavato è destinato al sostentamento della Parrocchia.

CUNARDESI FAMOSI
Fra le personalità cunardesi più influenti vi è sicuramente Vittorio Formentano, fondatore dell’ AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue).
Formentano acquistò una residenza estiva ottocentesca a Cunardo, dove scelse di trascorre gli ultimi anni della sua vita.
A lui Cunardo ha dedicato il parco e l’anfiteatro Formentano, sede di numerose manifestazioni.

A Cunardo vive anche il campione Federico Morlacchi, il nuotatore italiano vincitore di tre medaglie di bronzo ai giochi paralimpici di Londra, un oro, un argento ed un bronzo mondiali, cinque ori europei e detentore del record del mondo dei 400 farfalla S9.

“Ra nosta festa” di Giovanni Fortunato

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